A precisare cosa si intende per sindrome da edificio malato è il Ministero della Salute che lo descrive “un quadro sintomatologico ben definito che si manifesta in un elevato numero di occupanti edifici moderni o recentemente rinnovati, dotati di impianti di ventilazione meccanica e di condizionamento d’aria globale senza immissione d’aria fresca dall’esterno”.
Le cause della sindrome sbs sono ancora sconosciute, ma a giocare un ruolo fondamentale nell’insorgere della sindrome da edificio malato è la concatenazione di più fattori e, in particolare, una dannosa combinazione di inquinamento indoor e scarsa aerazione. Nella maggior parte dei casi infatti gli edifici incriminati presentano problematiche comuni quali:
Una curiosità: non tutti sanno che tra le cause dell’inquinamento indoor che contribuiscono a determinare i disturbi da sindrome dell’edificio malato, c’è anche il vapore acqueo prodotto in percentuale significativa dalla traspirazione della pelle delle persone a riposo o in leggera attività. Tale percentuale è destinata a crescere all’aumentare del numero di individui presenti nella stanza. E il risultato è un aumento di umidità, aria viziata e, indirettamente, funghi e muffe, tutte cause scatenanti della sindrome sbs. Vanno poi considerate altre fonti che producono vapore come, ad esempio, il bollitore elettrico, spesso in funzione negli uffici.
Oltre a quelli più comunemente rilevati, quali mal di testa, secchezza della fauci, bruciore agli occhi, congiuntiviti, allergie e altre patologie di tipo fisico, tra i sintomi della sindrome dell’edificio malato più invalidanti ci sono i disturbi legati alla sfera psicologica ed emotiva.
L’alterata qualità dell’aria provocata dall’inquinamento indoor causa inevitabilmente cattivo umore, nervosismo, facile irritabilità che deteriora le relazioni personali all’interno dei luoghi di lavoro, mentre l’affaticamento mentale e la difficoltà di concentrazione, dovuti anche all’aumento del tasso di Co2 e di VOC, influiscono negativamente sul buon rendimento. A tale proposito è provato che in un ambiente dove si respira aria sana e il comfort ambientale è elevato, il benessere psico-fisico aumenta e, di conseguenza, anche le capacità cognitive e la produttività.
1. Aerare frequentemente i locali. Favorisce il ricambio dell’aria e la fuoriuscita dell’aria satura interna, abbassa la temperatura, combatte la proliferazione batterica.
2. Climatizzare o deumidificare quando necessario. Permette di mantenere un corretto grado di temperatura e la giusta percentuale di umidità per favorire il benessere e combattere molti dei disturbi da sindrome dell’edificio malato sopra elencati.
3. Collocare piante mangia inquinanti all’interno dell’ufficio. Le piante assorbono anidride carbonica, forniscono ossigeno, rinfrescano e disinquinano perché sono dei filtri naturali. Qualche esempio? Ficus, felci, gerbere, begonie, azalee e orchidee.
4. Sanificare gli uffici periodicamente. La sanificazione effettuata con sanificatori professionali, da azionare ad esempio la sera quando l’ufficio viene chiuso, è la soluzione più efficace e comoda. In tal modo durante le ore notturne la carica batterica accumulatasi nel corso della giornata viene abbattuta e nell’ambiente si ripristina un’aria leggera, pulita, priva di odori. Sanificare gli uffici è un’azione fondamentale per combattere la sindrome da edificio malato, perché permette di ristabilire quello spazio salutare e confortevole che favorisce il benessere e ottimizza la produttività lavorativa.
Dunque sanificare migliora la qualità dell’aria, soprattutto se si utilizzano strumenti professionali che non producono a loro volta inquinanti e residui tossici come SANY PLUS, ampiamente utilizzato in ambienti ad alto rischio di inquinamento indoor.
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Fonti: